Donatello a Padova 
 (di Alessandra  Griguolo) 
      Il  trasferimento di Donatello a Padova da Firenze fu per la proposta di eseguire  il monumento equestrea Erasmo da Narni (Gattamelata) ma la prima opera di  Donatello fu un magnifico crocifisso bronzeo che era collocato nel Coro della  Basilica del Santo. Si caratterizza per quella tensione espressiva che  Donatello riesce ad infondere alle sculture, peculiarità in tutte le sue opere  di artista. Un crocifisso che era stato concepito nudo e venne coperto da un drappo soltanto in età barocca. L'intervento sull'altare  della stessa Basilica fu di Donatello. Smontato nel 500 in seguito alla  sistemazione del Presbiterio venne ricostruito nel 1895 in maniera arbitraria  da Camillo Boito. Invezione di Donatello furono le statue con la Vergine Maria  al centro e sei santi (S. Francesco, S, Ludovico di Tolosa, S. Prosdocimo,  S.Antonio, S. Daniele, S.ta Giustina) che dovevano essere situate in fondo al  Coro in una struttura a tempio e non nel Presbiterio come sono ora. Sue molte scene  nelle parti della predella dell'altare con i miracoli di S. Antonio. 
      Monumento equestre a Erasmo da Narni, 
        Eseguito in marmo e  bronzo (1453), questo monumento è abbastanza singolare, perchè per la prima  volta viene rappresentato un personaggio contemporaneo morto nel 1473,  raffigurato come un eroe militare all'antica, con la volontà di esprimere  quello che era il culto umanistico dell'individuo che caratterizzò tutto il  400. Il monumento eretto nell'area dell'antico cimitero, sopra un secello ( non  vi è sepolto dentro). Qui tra finte porte e due rilievi, tutto il momento  celebrativo è affidato al monumento equestre e il fatto che venga collocato in  una pubblica piazza in un punto di massima visibilità rievoca un onore che era  riservato nella Roma imperiale a imperatori e tiranni e forse voluto da parte  del Senato veneziano in persona che gli aveva già riservato i funerali di  Stato.Pienamente enfatizzato nella sua figura di eroe militare all'antica di  uomo in azione guidato dal suo pensiero. 
        Finiti gli impegni a Padova torna a Firenze non lascia scoperto il campo  padovano, lascia dei seguaci e collaboratori, tra cui Bartolomeo Bellano, suo  allievo diretto, conosciuto e stimato come bronzista che tra il 68 e il 72  realizzerà la decorazione marmorea dell'armadio delle reliquie nella sacrestia  della Basilica di Sant'Antonio con raffigurazioni dei miracoli del santo, tra  cui il miracolo della mula. 
      Donatello lascia a  Padova un grande esempio di qualità e arte che sarà seguito poi da Andrea  Mantegna. 
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